la opel omega lotus

Opel e Lotus, Lancia e Ferrari, Mercedes e Porsche. No, non è un gioco delle coppie motoristico. È il “famolo strano” in salsa automobilistica che contagiò un po’ tutti a cavallo degli anni Ottanta e Novanta. Scambi di tecnologie, matrimoni oggi impensabili che avevano un unico scopo: rispondere alla BMW M5, la prima berlinona cattiva dei tempi moderni, dopo le potenti Maserati Quattroporte del 1963 e Aston Martin Lagonda di una decina di anni dopo. per per competere con la bavarese, a Torino, la Fiat, decise che l’abbinamento perfetto fosse quello fra la Lancia Thema e un V8 Ferrari, mentre in Mercedes, per dare un po’ di tono alla fin troppo ferma Classe E, chiamarono in causa i vicini di casa di Zuffenhausen. In Opel, infine, affidarono la Omega ai tecnici di Hethel, che come loro facevano parte di General Motor

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Nel 1990, quando viene lanciata, la Omega Lotus costava la bellezza di 116 milioni di lire. Tanti, per una berlina di un marchio non molto conosciuto, eppure giustificati dalla quantità e dalla portata degli interventi, ma anche dai numeri. La velocità massima, per esempio: 283 km/h. La Porsche 911 Turbo si ferma a “soli” 260 km/h, la Lamborghini Countach arriva a 295, mentre la Ferrari Testarossa si ferma a 290, e bastava veramente poco per la omega prendere la scia della ferrari e restarci incollata,La vettura viene prodotta fino al 1994 in poco più di 1.000 esemplari.