Cambio automatico: quali sono i principi di funzionamento?

Una trasmissione automatica con cambio a rotismi epicicloidali è solitamente costituita da tre componenti fondamentali.

Audi S tronic 7-marce

Convertitore di coppia: dispositivo interposto tra motore e cambio che sostituisce la tradizionale frizione. Produce una variazione della coppia alle basse velocità e durante le accelerazioni, ma soprattutto al minimo regime di rotazione del motore non trasmette momento torcente, se non di entità minima. Un veicolo con convertitore di coppia ha quindi solo due pedali: acceleratore e freno. Il convertitore di coppia svolge anche una limitata regolazione continua del rapporto, in aggiunta al rapporto fisso del cambio.

  • Meccanismo a rotismi epicicloidali:  gruppo di sistemi epicicloidali in serie che consente di realizzare un cambio di rapporto mediante il solo intervento di freni e frizioni multi-disco che agiscono sulla corona, sul pignone o sul porta-satelliti dei vari rotismi.
  • Attuatore: centro di controllo di tutto il sistema. Tradizionalmente è di tipo idraulico: un sistema di valvole elabora la pressione della pompa del circuito e la pressione di un rivelatore centrifugo, determinando la marcia da inserire. Spesso tali informazioni vengono incrociate con altri dati quali per esempio la parzializzazione della carburazione, il carico sopportato o la pendenza del tracciato.

La differenza di pressione tra due cavità determina infatti l’apertura o la chiusura di una valvola di comando consentendo o meno il passaggio del fluido che aziona gli attuatori di frizioni e freni. Si tratta di un vero e proprio calcolatore idraulico, sostituito ormai in molti cambi moderni da un microprocessore ed attuatori elettromeccanici.